Le inchieste “giudiziarie”

Nel delicato momento che sta vivendo il Paese particolare attenzione viene rivolta dall’Autorità Giudiziaria e dalle Forze di Polizia che, sollecitate da singoli o d’ufficio, stanno svolgendo indagini o hanno assunto già iniziative su alcune vicende o aspetti collegati al fenomeno coronavirus.

invita al rispetto rigoroso delle norme di legge ancor più necessario e stringente in questo significativo momento. Solo con la collaborazione e lo sforzo di tutti è possibile superare la grave situazione.

SI PROFILANO ANNI DI CONTENZIOSI GIUDIZIARI

Si profila, secondo le previsioni del Report Marsh sulla Medical Malpractice, un quadro ricco di contenzioso giudiziario a seguito della pandemia legata al COVID-19. Un numero enorme di cause coinvolgeranno, secondo le previsioni, gli ospedali pubblici e le strutture private. A base delle stesse gli errori nell’esecuzione dei trattamenti, nelle prescrizioni sbagliate nonché le mancanze gravi collegate alla cura di altre malattie, soprattutto quelle oncologiche, già presenti nei pazienti.

INCHESTA PER EPIDEMIA NELLE DISCOTECHE

A seguito del servizio giornalistico del programma “Report” e sulla scorta dell’inchiesta della Procura di Tempo Pausania in merito al nesso di casualità tra la riapertura delle discoteche e la diffusione della pandemia, la Procura di Cagliari ha aperto le indagini per epidemia colposa. Inchiesta che muove dalla scelta della regione Sardegna contraria alle decisioni del governo di tenere le discoteche aperte fino al 16 di Agosto, sulla base di un ‘ ordinanza senz’altro condizionata dalle pressioni dei locali in merito alla riapertura. Sembrerebbe però, da quanto si apprende, che il parere del Comitato Tecnico Scientifico sardo fosse favorevole alla Regione, o per meglio dire , che ci fosse il parere favorevole all’ordinanza di uno dei componenti del Comitato. Ora, con un registro degli indagati senza iscritti, l’indagine della Procura potrebbe andare verso l’archiviazione, almeno per quanto riguarda la parte sul reato di epidemia colposa secondo quanto viene riportato da fonti giornalistiche.

INCHIESTA DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BERGAMO SULLA MANCATA ZONA ROSSA AD ALZANO E NEMBRO

I magistrati della Procura delle Repubblica presso il Tribunale di Bergamo hanno aperto un’inchiesta per verificare evenutali ipotesi di reato alloquando venne deciso di istituire le zone rosse. I comuni del bergamasco, Alzano e Nembro non vennero immediatamente “cinturati” e non vennero dichiarati immediatamente “zone rosse”. I pubblici ministeri hanno hanno ascoltato a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte come persona informata sui fatti in merito . I pm vogliono comprendere se spettava istituirla al governo o alla Regione o a entrambi, se ci siano o meno responsabilità penali.

GARA DI APPALTO CONSIP PER FORNITURA MASCHERINE. ANOMALIE RELATIVE A UNO DEI PARTECIPANTI. INCHIESTA DELLA MAGISTRATURA

In relazione alla gara di appalto bandita dalla CONSIP per l’acquisto di mascherine, a seguito di indagine condotta dal Gico della Guardia di Finanza, risulta, da notizie giornalistiche, aperta un inchiesta. Così vengono dalla stampa ricostruiti i fatti: la centrale di acquisti della Pubblica Amministrazione avendo riscontrato anomalie nell’ambito della procedura di una gara (del valore di oltre 253 milioni di euro) ha presentato una formale denuncia. La gara era stata bandita in via d’urgenza per assicurare l’approvvigionamento tra gli altri, di dispositivi di protezione individuale (mascherine). In particolare, un lotto della gara, dell’importo di 15,8 milioni di euro era relativo alla fornitura di 24 milioni di mascherine. Le indagini sono in corso e sarebbe stato anche eseguito un arresto.

TRUFFE VIA WEB SUI SOLDI RACCOLTI PER OSPEDALI

La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un’inchiesta su soggetti che starebbero lucrando sulla raccolta di fondi in favore di Ospedali, Enti o altre strutture e organizzazioni in lotta contro il coronavirus. Si registrano, poi, sul web numerosi tanativi di truffa volte a sfruttare l’emergenza coronavirus e tese anche a carpire dati personali.

DENUNCIA CONTRO IL GOVERNO ITALIANO.

Notizie di stampa riportano alcune iniziative promosse da legali, tra i quali un ex senatore, nei confronti del Governo italiano. Sono state diffuse dalla stampa e dal web interviste al l’ex senatore che, nella denuncia presentata ha dichiarato di aver richiesto l’accertamento delle responsabilità consumate nella gestione dell’emergenza coronavirus. E’ stata chiesta, afferma il legale, la verifica dei soggetti deceduti e se i decessi sono attribuibili alle condotte dei governanti. L’avvocato evidenzia come nonostante fosse stata dichiarata l’emergenza per motivi di salute fin dal 31.01.2020, per circa 40 giorni, nessuna iniziativa di tutela è stata assunta se non qualche bando intervento privo di rilevanza. Per 40 giorni, aggiunge il legale, il coronavirus è stato fatto circolare per il paese facendo sì che si accatastassero in giro per il paese migliaia e migliaia di persone che hanno poi determinato i numerosi morti. Viene richiesto di accertare la responsabilità dei governanti e dei consulenti che li hanno assistiti. L’accusa sembrerebbe basata sul reato di epidemia colposa e omicidio colposo plurimo.

“MENZOGNA DI STATO” – DENUNCIA CONTRO IL GOVERNO FRANCESE

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Alcuni (900) medici francesi, riuniti nel collettivo C19, da quanto si apprende dagli Organi di Stampa, hanno presentato alla Corte di Giustizia della Repubblica (competente a giudicare in ordine agli atti compiuti dai componenti del Governo) denuncia affermando che il Governo era a conoscenza da tempo dei rischio collegati al coronavirus ma che non avrebbe agito tempestivamente né avrebbe adottato le corrette misure per arginare e prevenire il fenomeno. Si va, quindi, a caccia di chi potrebbe avere avuto specifiche responsabilità.

CASA DI RIPOSTO PER ANZIANI. INDAGINE SUI DECESSI

A seguito dei numerosi decessi nella casa di riposto di Grugliasco (notizie di stampa riportano il decesso di 21 anziani su 87) risulterebbe aperta un’inchiesta originata da un esposto ai NAS dei Carabinieri. E’ da comprendere come sia originato il contagio. Sembrerebbe che i familiari degli anziani si siano allarmati non potendo da qualche giorno parlare più a telefono con i propri parenti ricoverati. Sembrerebbe, poi, che l’assenza di tamponi abbia impedito di accertare se la causa del decesso fosse da attribuire al coronavirus.

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE. DECESSI PER CORONAVIRUS AVVENUTI IN CASA DI CURA.

Secondo notizie giornalistiche una senatrice di Forza Italia, ha presentato un’interrogazione parlamentare che riguarderebbe i decessi avvenuti in Casa di Cura. L’interrogazione viene riportata dalla stampa nei seguenti termini: <<Premesso che le case di riposo, in tutta Italia, sono state e sono focolai epidemici, facendo strage di una generazione, che ha ricostruito il nostro Paese e cui va il nostro ringraziamento, chiedo al ministro della Salute Speranza di conoscere se, come oggi, viene riferito da un autorevole quotidiano nazionale, al Pio albergo Trivulzio di Milano siano state insabbiate le morti da coronavirus, disinvoltamente considerate semplici bronchiti, e se non ritenga opportuno avviare una attività ispettiva, a seguito delle dichiarazioni del dottor Bergamaschi, cui è stato vietato di utilizzare le mascherine chirurgiche per il personale, e che, secondo quanto da lui riferito, sarebbe stato, per questo motivo esonerato. Infine, chiedo di conoscere quali direttive e quali controlli siano stati fatti e si stanno facendo in tutta Italia>>.

DRAMMA NEL DRAMMA. SECONDO SUICIDIO DI PERSONALE SANITARIO.

Potrebbe essere stato lo stress, ipotesi al vaglio della Procura, derivante dall’emergenza sanitaria e dalla preoccupazione del proprio ruolo lavorativo (infermiera presso un Ospedale del Nord Italia), il suicidio di un’infermiera impegnata nella lotta contro il coronavirus. Registrato purtroppo il tragico secondo suicidio di personale infermieristico a contatto con i malati di coronavirus in fin di vita. Nel bagno di un padiglione della struttura ospedaliera si è tolta la vita una giovane infermiera. La tutela e la sicurezza nei luoghi di lavoro deve riguardare anche gli aspetti che possono incidere sulla psiche delle persone.

VIOLENZA TRA LE MURA DOMESTICHE

Secondo fonti giornalistiche una donna in provincia di Padova sarebbe stata massacrata dal marito. Entrambi erano in casa per rispettare le prescrizioni sugli spostamenti dettate per limitare il contagio. Secondo la ricostruzione il già rapporto turbolento, probabilmente esasperato dalla convivenza forzata voluta dal decreto per l’emergenza coronavirus, si sarebbe ulteriormente incrinato fino a sfociare nella lite, pare, per futili motivi. Gli episodi di violenza domestica che vengono in questi giorni registrati sembrano aumentare.

SEQUESTRO DISPOSITIVI MEDICALI DESTINATI ALL’ESTERO

La Guardia di Finanza di Ancona in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e Monopoli ha disposto il sequestro di strumenti e dispositivi per la ventilazione meccanica dei pazienti con patologie respiratorie destinati al mercato estero. Il sequestro è stato disposto nell’ambito dei controlli sul rispetto dell’ordinanza della Protezione Civile che non consente alle imprese italiane di cedere all’estero dispositivi medici necessari in Italia a far fronte all’emergenza coronavirus.

OMICIDIO COLPOSO ED EPIDEMIA COLPOSA

La Procura della Repubblica di Sassari, da quanto si apprende da fonti giornalistiche, ha aperto due inchieste con le seguenti ipotesi di reato: omicidio colposo ed epidemia colposa. Il primo fascicolo riguarda il decesso di un paziente a seguito di denuncia dei parenti che hanno evidenziato l’”abbandono” del proprio congiunto. La seconda riguarda l’elevata concentrazione di contagiati tra il personale sanitario e mira ad accertare che cosa non abbia funzionato nell’applicazione delle norme e del piano di emergenza. Le indagini mirano ad accertare se siano state adottate tutte le misure necessarie per tutelare sia i pazienti sia gli operatori sanitari. Ad originare l’intervento della magistratura ci sarebbero stati esposti dei sindacati dei medici anche in relazione a carenza dei dispositivi di protezione individuale.

OBBLIGO DI DENUNCIA – OMISSIONE ATTI D’UFFICIO

La Procura della Repubblica di Roma avrebbe aperto un’inchiesta a seguito di omessa dichiarazione, da parte di un vigile urbano, alle autorità competenti, di essere positivo al coronavirus. La notizia è stata riportata da organi di stampa e con riferimento al fascicolo d’inchiesta aperta vi è l’ipotesi di reato di omissione d’atti d’ufficio, al momento contro ignoti. Il ritardo ha impedito di intervenire per sanificare prontamente gli uffici.

LA TUTELA DELLA SALUTE PREVALE SULL’ATTIVITA’ SPORTIVA ALL’APERTO

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania con provvedimento monocratico reso in data 18 marzo 2020 ha rigettato il ricorso con il quale era stato richiesto la sospensione del provvedimento del Presidente della Regione Campania (decreto n. 45 del 6 marzo 2020) che aveva posto il divieto di svolgimento di attività sportiva anche all’aperto in quanto non compatibile con le esigenze sanitarie. Il TAR sul presupposto che il rischio di contagio è elevatissimo sull’intero territorio nazionale e sull’ulteriore presupposto che va data prevalenza alle misure approntate per la tutela della salute pubblica ha rigettato il ricorso ritenendo, quindi,  legittima la delibera del Presidente della Regione Campania.

FAKE NEWS E PROCURATO ALLARME

La Procura della Repubblica di Campobasso ha aperto un’indagine dopo aver avuto informazioni dai Carabinieri circa la diffusione di audio messaggio nel quale venivano riferite notizie non vere circa i comportamenti che sarebbero stati tenuti da un soggetto contagiato dal virus. La Procura sta svolgendo indagini per rintracciare l’autore del messaggio audio, potendosi configurare, tra l’altro l’ipotesi di reato di procurato allarme. Potranno essere chiamati a rispondere anche i soggetti che hanno divulgato la traccia audio.

Si richiama l’attenzione sulla diffusione di false notizie sulla epidemia in corso attraverso i social network: la stessa può integrare il reato di “procurato allarme” di cui all’art. 658 c.p. Si rinvia, inoltre, alle raccomandazioni del Ministero della Salute: <<Per evitare di imbattersi in notizie false e pericolose per la salute, si raccomanda di cercare informazioni sul nuovo coronavirus e sulla malattia che provoca, definita dall’OMS Covid-19, su fonti istituzionali ufficiali e certificate.

In questo periodo circolano infatti sul web e sui social numerose fake news che inducono ad assumere comportamenti non corretti e inefficaci per prevenire il contagio da nuovo coronavirus>>. Sul sito del Ministero della Salute sono pubblicate le 12 fake news più frequenti.

VIOLAZIONE ORDINE DELL’AUTORITA’

La Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un procedimento penale, su segnalazione dei cittadini di Porto Empedocle, nei confronti di 48 persone che a seguito di indentificazione da parte dei Carabinieri, hanno preso parte ad un corteo funebre. Il reato contestato è la violazione agli obblighi imposti dall’autorità ai sensi dell’art. 650 del codice penale per la quale è previsto l’arresto fino a tre mesi. A seguito dell’entrata in vigore del D.L. 19 del 25 marzo 2020 la violazione delle prescrizioni non integrano più l’ipotesi di reato essendo stata prevista l’applicazione di una sazione amministrativa.

PROCURATO ALLARME

La Procura della Repubblica di Bari ha aperto un fascicolo, allo stato, a carico di ignoti in relazione a notizie allarmanti, pubblicate nei social network e sui siti di informazione o circolate nelle chat. Altro filone di indagine è in corso presso la Procura della Repubblica di Milano in relazione alla diffusione di notizie false atte a turbare l’ordine pubblico.

ALLONTANAMENTO “ZONA ROSSA”

Alcune Procure della Repubblica (tra le quali Avellino) risultano aver aperto indagini con riferimento ai soggetti che hanno violato il divieto di allontanamento dalle c.d. “zone rosse”. Quale misura per evitare il contagio vi è stata anche quella che ha riguardato la perimetrazione di aree geografiche (inizialmente ristrette) rispetto alle quali è stato disposto il divieto di entrata e uscita con forze dell’ordine disposte a presidio della stessa. Oltre ai primi provvedimenti in merito al divieto di allontamento dalla zona rossa sono stati emanati successivi Decreti dal Presidente del Consiglio dei Ministri che limitano la la possibilità di spostamento salvo comprovate e tassative eccezioni.

Numerose denunce in tutta Italia per la violazione delle norme atte a contenere la diffusione del coronavirus. L’articolo del codice inizialmente contestato era il 650 c.p. (violazione dei provvedimenti dell’Autorità). Sono stati contestati, inoltre, altri reati tra i quali la falsa attestazione o dichiarazione resa a pubblica ufficiale e false dichiarazioni su identità personali (art. 495 e 496 c.p.). Per alcuni esercizi commerciali è stata disposta la chiusura con provvedimenti amministrativi. A seguito dell’ultimo D.L. 19 del 25 marzo 2020 non ricorre più il reato ma la violazione delle disposizioni comporta una sanzione amministrativa.

Si richiama l’attenzione sul più grave reato di cui all’ art. 438 c.p. (diffusione di epidemia).

MANOVRE SPECULATIVE SU MERCI ALIMENTARI

La Guardia di Finanza ha denuncaito un gestore di una nota catena alimentare che, nell’emergenza del coronavirus, praticava aumenti del 200 % su pane, olio, generi di prima necessità e persino la colomba pasquale. Tra l’altro i prezzi non rispettavano i prezzi del circuito al quale il gestore era affiliato. Il titolare del punto vendita è stata denunciato per manovre speculative sulle merci. Quasi tutti i prodotti avevano subito, infatti, un incremento esponeneziale del prezzo del tutto immotivato rispetto al prezzo medio di mercato. Tra l’altro al gestore è stata anche contestata l’avvenuta vendita di merce non considerata di necessità e quindi in contravvenzione a quanto previsto nei Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

MANOVRE SPECULATIVE SU DISPOSTIVI SANITARI

Sono state aperte indagini da parte della magistratura (Procura della Repubblica di Udine) in ordine alla configurazione del reato di manovre speculative su merci finalizzata a verificare il comportamento di quanti hanno posto in vendita prodotti speculando sull’emergenza coronavirus, allo scopo di accertare, come richiesto dal Codacons, chi stia speculando sull’emergenza coronavirus aumentando fuori misura i prezzi (così ad esempio: mascherine protettive e gel igienizzanti).

TRUFFE INFORMATICHE

<<Sfruttando le preoccupazioni che il Coronavirus sta generando tra le persone, i criminali del web stanno approfittando di questo momento di vulnerabilità per colpire le ignare vittime con attività di Phishing legate al COVID-19.

L’ultima in ordine di tempo, scoperta dalla Polizia di Stato e delle Comunicazioni riguarda una campagna di frodi informatiche attraverso l’inoltro di email a firma di una tale dottoressa Penelope Marchetti, presunta “esperta” dell’Organizzazione mondiale della sanità in Italia. I falsi messaggi di posta elettronica, dal linguaggio professionale ed assolutamente credibile, invitano le vittime ad aprire un allegato infetto, contenente presunte precauzioni per evitare l’infezione da Coronavirus. Il malware, della famiglia “Ostap” e nascosto in un archivio javascript, mira a carpire i nostri dati sensibili>> (dal sito della Polizia di Stato)

TRUFFE IN COMMERCIO

La Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro prodotti disinfettanti e presidi medico-sanitari posti in vendita online da operatori del settore lucrando, a danno dei consumatori.

Le indagini di polizia giudiziaria, si sono basate sull’analisi dell’imponente mole di dati messi a disposizione dai gestori dei principali portali di commercio elettronico, permettendo di individuare nove soggetti, nazionali ed esteri, attivi in Italia, che hanno innalzato i prezzi dei predetti beni dal 100 al 400% del valore di mercato antecedente alla crisi sanitaria in atto (dal sito della Guardia di Finanza).

RISPETTO DEI PROTOCOLLI SANITARI

La Procura della Repubblica di Treviso ha aperto un’inchiesta per la verifica della correttezza dei protocolli sanitari in relazione al decesso di una persona dopo aver contratto il coronavirus.

E’ un’iniziativa nata per contribuire a dare chiarezza.

A quanto si apprende dai media non è stata individuata alcuna ipotesi di reato.

DIFFUSIONE COLPOSA DI EPIDEMIA

La Procura della Repubblica di Foggia ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti, ipotizzando il reato di diffusione colposa di epidemia, in merito ai fatti accaduti a San Marco in Lamis, nel Foggiano, dove è deceduto un 75enne risultato positivo al coronavirus dopo i funerali che si sono svolti alla presenza di centinaia di persone, alcune delle quali già sottoposte a quarantena. Anche la Procura della Repubblica di Sciacca ha aperto un fascicolo d’inchiesta per “concorso colposo in epidemia” e “inosservanza al provvedimento dell’autorità“. L’indagato avrebbe commesso una violazione della norma emanata per contenere il rischio contagio da coronavirus.

“SMAGLIATURE NEI CONTROLLI”

La Procura della Repubblica di Torino ha aperto un’inchiesta sul contagio avvenuto all’interno dell’ospedale le Molinette. E’ stato aperto un fascicolo esplorativo per verificare eventuali “smagliature” del sistema di controllo.